Chivay: Relax nelle Terme Andine – Quando le Ande Ti Abbracciano con Acqua Calda

Onestamente, non sapevo nemmeno come si pronunciasse Chivay quando ho prenotato il viaggio. “Chi-vai? Ci-vai?” – continuavo a ripetermi mentre guardavo le foto online di quelle piscine fumanti circondate dalle montagne. Era novembre 2024, e dopo mesi di lavoro intenso, sentivo il bisogno disperato di staccare la spina. Ma le Ande peruviane? A 3600 metri di altitudine? Con la mia tendenza al mal di montagna?

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Mentre scrivo questo articolo, il mio termometro segna 12°C qui a casa e io sto ancora sognando quell’acqua a 38°C che mi ha letteralmente salvato da tre giorni di freddo pungente. Perché sì, a Chivay fa freddo – molto più freddo di quanto immaginassi. Ma è proprio questo contrasto che rende l’esperienza delle terme così… magica non è nemmeno la parola giusta. È più come un abbraccio caldo quando ne hai davvero bisogno.

La verità è che avevo prenotato tutto abbastanza all’ultimo minuto, spinto da un post Instagram di un travel blogger che mostrava queste vasche naturali con vista sulle montagne. Classico errore da social media, direte voi. E invece no – è stata una delle decisioni migliori del 2024, anche se il viaggio per arrivarci è stato tutto tranne che semplice.

Il Viaggio verso Chivay – Tra Curve e Mal di Montagna

La Strada che Non Ti Aspetti

Il GPS del cellulare ha perso il segnale dopo Yura, e lì ho capito che questa non sarebbe stata la solita gita fuori porta. Tre ore e mezza da Arequipa, dicevano tutte le guide online. Tre ore e mezza un corno! Con le soste obbligatorie per le foto (perché dai, quei paesaggi erano assurdi), le pause per il mal di montagna e quella volta che ho dovuto fermarmi perché pensavo di aver visto un vicuña (era una pecora, ma vabbè), sono arrivato dopo quasi cinque ore.

La strada serpeggia attraverso la Reserva Nacional Salinas y Aguada Blanca, e ogni curva ti regala un panorama più spettacolare del precedente. Ma attenzione – e questo nessuna guida te lo dice chiaramente – dopo i 4000 metri di altitudine il tuo corpo inizia a fare i capricci. Io che pensavo di essere in forma, mi sono ritrovato con il fiato corto solo per aver sollevato lo zaino dal sedile posteriore.

Consiglio da amico: portate le caramelle alla coca, non sono folklore turistico. Funzionano davvero. E soprattutto, non fate come me che ho bevuto tre caffè prima di partire pensando di combattere la stanchezza. L’altitudine e la caffeina non vanno d’accordo, fidatevi.

Primo Impatto con il Paesino

Mamma mia, pensavo fosse più… turistico? Chivay è un paesino di montagna vero, con le sue strade sterrate, i cani randagi che ti seguono speranzosi e quel silenzio che ti entra nelle ossa. Niente a che vedere con i resort termali che avevo in mente. Per un momento ho anche pensato di aver sbagliato destinazione.

Ma poi ho iniziato a notare i dettagli: le vecchiette con i loro cappelli tradizionali che vendevano quinoa al mercatino, i bambini che giocavano a calcio in una piazzetta polverosa, l’odore di pane appena sfornato che usciva da una panetteria minuscola. E soprattutto, quel vapore che si alzava in lontananza dalle terme, promettendo il relax che stavo cercando.

Il WiFi dell’hotel? Dimenticatevelo. O meglio, c’è, ma funziona solo nella reception e solo quando non piove. Ho passato venti minuti a cercare un bancomat funzionante (ce n’è uno solo in tutto il paese, e ovviamente era fuori servizio quando sono arrivato io). Benvenuti nella vita andina autentica!

Le Terme La Calera – Il Mio Rifugio Andino Preferito

Arrivo e Prime Impressioni

Ero indeciso se valesse la pena pagare 15 soles (circa 4 euro) per l’ingresso a La Calera o cercare alternative gratuite che avevo letto esistere da qualche parte. Alla fine, dopo aver guidato per cinque ore e con i piedi che sembravano blocchi di ghiaccio, ho deciso di non fare il tirchio.

Chivay: Relax nelle Terme Andine
Immagine relativa a Chivay: Relax nelle Terme Andine

E meno male! Appena entrato, il contrasto è stato immediato: l’aria fredda e secca delle Ande che ti punge la pelle, e poi quel vapore caldo che si alza dalle piscine come una nebbia magica. La signora all’ingresso, una donna sui sessanta con un sorriso che vale tutto il viaggio, mi ha spiegato in uno spagnolo paziente (il mio è ancora piuttosto maccheronico) come funzionavano le diverse vasche.

“La más caliente está allá” – mi ha detto indicando una piscina più piccola nell’angolo. Io, ovviamente, mi sono diretto subito lì, convinto di essere furbo. Errore madornale! Quarantadue gradi quando il tuo corpo è abituato ai quindici dell’aria montana sono un trauma. Sono durato letteralmente trenta secondi prima di scappare via come un granchio bollito.

Quel momento in cui il corpo passa dal freddo pungente al calore avvolgente… è difficile da descrivere. È come quando da bambino ti rifugiavi sotto le coperte durante un temporale, ma moltiplicato per mille. I muscoli che non sapevi nemmeno di avere tesi si rilassano istantaneamente, e per la prima volta in giorni ho sentito le dita dei piedi.

Le Diverse Piscine – Una Guida Pratica

Ho scoperto che la piscina più calda non è quella che sembra la più invitante. C’è una logica precisa dietro la disposizione delle vasche a La Calera, e ci ho messo un po’ a capirla. La piscina principale, quella più grande e scenografica, si mantiene sui 35-36 gradi – perfetta per chi come me ha bisogno di un adattamento graduale.

Poi c’è la mia preferita: una vasca di dimensioni medie, nascosta un po’ dietro alle altre, che mantiene una temperatura costante di 38 gradi. È il compromesso perfetto tra relax e sopravvivenza. Ho passato lì almeno due ore del mio primo pomeriggio, guardando le montagne che cambiavano colore con il tramonto.

Trucco economico che ho imparato: se arrivate dopo le 16:00, spesso fanno sconti per chi vuole restare fino alla chiusura. E poi, nelle ore serali, c’è molta meno gente. Io che odio la folla ho apprezzato moltissimo questo dettaglio.

La piscina più calda, quella da 42 gradi che mi aveva quasi cotto all’arrivo, l’ho affrontata solo il secondo giorno. Dieci minuti massimo, ma che dieci minuti! È come una sauna naturale all’aperto. Perfetta per chi ha problemi di circolazione o dolori muscolari, ma non fatevi prendere dall’entusiasmo come ho fatto io.

C’è anche una piscina per bambini, più bassa e meno calda, che durante il weekend si riempie di famiglie locali. Vedere i bambini peruviani che giocavano nell’acqua calda mentre i genitori chiacchieravano in quechua è stato uno di quei momenti che ti ricordano perché viaggi.

Oltre La Calera – Terme Nascoste e Scoperte Inaspettate

Le Terme Gratuite di Yanque

Un locale del bar dove ho cenato la prima sera mi ha sussurrato di queste terme “segrete” a Yanque, a circa venti minuti di macchina da Chivay. “Gratis, pero menos turistas” – mi aveva detto con un occhiolino complice. E aveva ragione su entrambi i fronti.

Le terme di Yanque sono completamente diverse da La Calera. Più selvagge, meno attrezzate, ma con un fascino autentico che ti entra nel cuore. Sono letteralmente delle pozze naturali di acqua calda che sgorgano dalla roccia, senza servizi, senza biglietteria, senza niente. Solo tu, l’acqua calda e le montagne.

Chivay: Relax nelle Terme Andine
Immagine relativa a Chivay: Relax nelle Terme Andine

Il lato negativo? Non c’è dove cambiarsi, non ci sono spogliatoi, e l’acqua è un po’ meno pulita rispetto a La Calera. Ma se siete tipi da avventura e non vi fate problemi a cambiarvi dietro una roccia, l’esperienza vale assolutamente la pena. Io ci sono tornato due volte durante il mio soggiorno.

Coordinate GPS approssimative: -15.6589, -71.9847. Cercate il cartello “Aguas Termales” dopo il ponte di Yanque, poi seguite il sentiero sterrato per circa 500 metri. E portate una torcia se pensate di andarci al tramonto – ho rischiato di perdermi al buio!

Dal punto di vista ambientale, queste terme mi hanno fatto riflettere molto sull’impatto del turismo di massa. La Calera, pur essendo bellissima e ben organizzata, riceve centinaia di visitatori al giorno. Yanque, invece, mantiene ancora quell’equilibrio naturale che dovremmo tutti cercare di preservare.

Chacapi – La Sorpresa Costosa

Trentacinque soles mi sono sembrati troppi per quello che offriva Chacapi. Sì, le strutture sono più moderne, sì, ci sono i lettini e il bar, ma l’anima delle terme si perde un po’ in tutto questo comfort artificiale. È come confrontare un agriturismo autentico con un resort all-inclusive.

Non fraintendetemi, Chacapi ha i suoi pregi. Se viaggiate in famiglia con bambini piccoli, le strutture più organizzate possono fare la differenza. Ci sono spogliatoi veri, docce calde, e persino un piccolo ristorante dove non mangiare male. Ma per chi cerca l’esperienza autentica delle terme andine, secondo me non è la scelta migliore.

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L’acqua è buona, la temperatura è giusta (intorno ai 37 gradi), ma manca quella magia selvaggia che trovi altrove. È un po’ come bere un buon vino in un bicchiere di plastica – tecnicamente funziona, ma perde qualcosa per strada.

Vita Notturna a Chivay – Quando le Terme Chiudono

Il Lato Umano del Paese

Quella sera ho capito che Chivay non è solo terme quando sono finito per caso in una casa-ristorante gestita da una famiglia locale. Non aveva nemmeno un’insegna, solo un foglio di carta attaccato alla porta con scritto “Comida casera”. La curiosità ha vinto sulla prudenza, e sono entrato.

La signora Maria (sì, si chiamava proprio così, come mia nonna) mi ha accolto come se fossi un parente lontano che torna a casa. Mi ha fatto sedere al tavolo della cucina, insieme ai suoi figli che facevano i compiti, e mi ha servito un piatto di quinotto con verdure che ancora adesso mi fa venire l’acquolina in bocca.

Quando ho provato a pagare con la carta, sono scoppiati tutti a ridere. “Aquí no hay tecnología” – mi ha detto il figlio maggiore, indicando il bancomat del paese che, manco a dirlo, era ancora fuori servizio. Corsa disperata in cerca di contanti, mentre loro mi aspettavano pazientemente senza nemmeno preoccuparsi che potessi scappare senza pagare.

È stata una di quelle serate che ti ricordano quanto sia bello viaggiare davvero, non solo fare turismo. Abbiamo chiacchierato per ore (il mio spagnolo migliorava miracolosamente con ogni bicchiere di chicha), mi hanno raccontato la storia del paese, le tradizioni, i problemi dell’economia locale legata al turismo stagionale.

Chivay: Relax nelle Terme Andine
Immagine relativa a Chivay: Relax nelle Terme Andine

Per quanto riguarda la vita serale, non aspettatevi discoteche o locali alla moda. Chivay si addormenta presto, come tutti i paesi di montagna. Ma c’è un bar-ristorante sulla piazza principale dove si radunano i locali per bere birra e guardare il calcio. Se vi piace l’atmosfera autentica, è il posto giusto per chiudere la giornata.

Consigli Pratici – Quello che Avrei Voluto Sapere Prima

Budget Realistico

Facciamo i conti della serva, che è sempre utile. Per un weekend a Chivay, mettete in conto:
Ingresso La Calera: 15 soles (circa 4€)
Alloggio decente: 80-120 soles a notte (20-30€)
Pasti: 25-40 soles al giorno (6-10€)
Trasporto da Arequipa: 30-50 soles andata e ritorno se prendete il bus (8-12€)

Se prenotate l’hotel giusto (io ho soggiornato al Casa Andina), spesso l’ingresso alle terme è incluso nel pacchetto. Ho scoperto questo trucco solo dopo aver già pagato l’ingresso separatamente, ovviamente. Potevo risparmiare quei 15 soles che alla fine ho speso in souvenir inutili.

I prezzi variano parecchio tra alta e bassa stagione. Da giugno ad agosto (inverno peruviano, ma alta stagione turistica) tutto costa il 30-40% in più. Se potete, andate in spalla stagione – aprile/maggio o settembre/ottobre. Il tempo è comunque buono e spendete molto meno.

Cosa Portare

Ho dimenticato le infradito e ho dovuto comprare quelle orribili del negozio dell’hotel a prezzo maggiorato. Errore da principiante che vi evito volentieri. La lista essenziale:

Indispensabili:
– Costume da bagno (ovvio, ma io ho visto gente arrivare senza)
– Infradito antiscivolo
– Asciugamano (alcuni hotel li forniscono, altri no)
– Crema solare (a 3600 metri il sole brucia anche quando fa freddo)
– Power bank impermeabile per il telefono

Molto utili:
– Custodia impermeabile per il cellulare (per le foto nelle terme)
– Vestiti caldi per la sera (fa davvero freddo!)
– Caramelle alla coca per l’altitudine
– Contanti in soles (i bancomat sono rari e spesso rotti)

Ho imparato a mie spese che un power bank normale non sopravvive al vapore delle terme. Quello impermeabile costa qualche euro in più ma vi salva la vacanza se siete dipendenti dal telefono come me.

Sicurezza e Salute

Promemoria che spesso viene trascurato: gli effetti dell’altitudine si amplificano nelle acque calde. Il vostro corpo lavora di più per regolare la temperatura, e a 3600 metri questo può diventare impegnativo. Dopo due ore nelle terme mi sentivo come dopo una maratona – stanchissimo e con un leggero mal di testa.

Regole d’oro che ho imparato:
– Idratarsi molto di più del normale (l’aria secca delle Ande disidrata velocemente)
– Non superare mai i 20-30 minuti consecutivi nelle vasche più calde
– Uscire dall’acqua se si avverte vertigini o nausea
– Evitare alcol prima delle terme (ho visto turisti star male per questo)

Chivay: Relax nelle Terme Andine
Immagine relativa a Chivay: Relax nelle Terme Andine

Il primo giorno ho fatto l’errore di restare troppo tempo nell’acqua calda senza pause. Il risultato? Una notte insonne con il cuore che batteva veloce e una sensazione di spossatezza che mi è durata fino al giorno dopo. L’altitudine non scherza, anche quando stai rilassandoti.

Il Momento della Partenza – Perché Chivay Ti Resta Dentro

L’ultimo bagno l’ho fatto durare quaranta minuti, guardando il sole che tramontava dietro le montagne e cercando di imprimere nella memoria ogni dettaglio di quel momento. Sapevo che una volta tornato alla vita normale, quella sensazione di pace assoluta sarebbe diventata solo un ricordo.

Cosa rende speciale Chivay rispetto ad altre terme che ho visitato in giro per il mondo? Non è solo l’acqua calda (che tra l’altro non è nemmeno la più calda che abbia mai provato). È il contesto, l’autenticità, il fatto che ti senti davvero lontano da tutto. Niente WiFi che funziona, niente distrazioni, niente fretta. Solo tu, l’acqua calda e il silenzio delle Ande.

Proprio ieri un amico mi ha scritto su WhatsApp chiedendo consigli per Chivay. Gli ho mandato un messaggio vocale di dieci minuti, e mentre parlavo mi sono reso conto di quanto quei tre giorni mi abbiano cambiato. Non in modo drammatico, sia chiaro, ma in quel modo sottile che hanno i viaggi veri di lasciarti qualcosa dentro.

La prossima volta (e sì, ci sarà sicuramente una prossima volta) voglio esplorare meglio la zona di Yanque, magari dormire una notte in uno di quei piccoli alberghi familiari che ho intravisto. E voglio assolutamente provare quelle altre terme “segrete” di cui mi ha parlato Maria, la signora del ristorante, ma che non sono riuscito a visitare per mancanza di tempo.

Una Domanda per Voi

E voi, preferite le terme naturali e selvagge come quelle di Yanque, o quelle più organizzate e confortevoli come La Calera? Io ancora non ho deciso. Forse è proprio questa incertezza che rende Chivay così speciale – la possibilità di scegliere ogni giorno un’esperienza diversa, a seconda dell’umore e del momento.

Se decidete di andarci, scrivetemi le vostre impressioni. Sono sempre curioso di sapere come reagiscono persone diverse allo stesso posto. E soprattutto, se scoprite altre terme nascoste nella zona, condividete! Il bello di viaggiare è anche questo: creare una rete di esperienze condivise che arricchisce tutti.

Questa è la mia esperienza personale a Chivay nel novembre 2024. I prezzi e le condizioni possono cambiare nel tempo, quindi verificate sempre le informazioni aggiornate prima di partire.

Riguardo l’autore: Marco si dedica a condividere esperienze di viaggio reali, consigli pratici e prospettive uniche, sperando di aiutare i lettori a pianificare viaggi più rilassanti e piacevoli. Contenuto originale, scrivere non è facile, se serve ristampare, per favore nota la fonte.

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